Incontra Giulia Lamarca e conosci il suo punto di vista.

6 ottobre 2011, il terribile incidente di Giulia la costringe a mettere completamente in discussione tutti i suoi valori. Passare dalla parte degli ultimi, affrontare il giudizio degli altri, fisicamente vedere il mondo da un'altra altezza (quella di un bambino di pochi anni) la porta a dover imparare di nuovo a fare tutto e soprattutto a ribaltare la sua prospettiva mentale. Una voglia di riscatto che anche tu puoi imparare, scoprendo la capacità di notare ciò che gli altri non notano per ritrovare un punto di vista diverso, anche attraverso il senso della parola abilismo in tutti i suoi significati.

La presenza del dolore nella vita può diventare una risorsa. Giulia ti insegna come fare partendo dalla prima domanda chiave: vuoi vivere nel dolore? Se la risposta è no, ci sono strategie mentali per schiacciare il dolore in un angolo e superarlo. Il punto è riprendere il potere di cui sei stato privato dalla vita, a partire dal rapporto con il tuo corpo (oltre e al di là della disabilità). Giulia racconta il suo passato di disturbi alimentari superato attraverso la voglia di sperimentare e giocare con le sue “diversità” che nel mondo dei non disabili, non sono mai rappresentate.

Ritornare al momento in cui la tua scala valoriale è cambiata, rivivere quell’esperienza è per Giulia il modo giusto per mantenere una direzione chiara, come sulla corsia centrale di un’autostrada. Perché l’insicurezza sta nella nostra mente e la chiave per affrontarla è mettersi in moto, provarci, agire senza temere.

Per Giulia il limite deve sempre essere dichiarato, ammesso, interiorizzato. in questo senso può diventare un benchmark, una soglia che si spalanca su tutto il resto, tutto quello che sei e puoi fare al di là del tuo limite per mettere in discussione i tuoi desideri e scoprire di averne degli altri, più autentici.

Quando trovi qualcuno che crede davvero in te, rimanigli fedele, questa l’esperienza e l’insegnamento di Giulia, oltre a imparare a riconoscere i leader negativi e ad allontanarsene, o perlomeno essere consapevoli che quello è il loro ruolo. Perché il team fa la differenza, va scelto e fatto vivere come un’entità autonoma al di là degli individui che lo compongono. E infine sii il mentore di te stesso, alimentando la tua visione come guida delle tue scelte.

Ribaltando tutti gli stereotipi Giulia ti invita a considerare il valore della condivisione come valore da accogliere senza difese (la storia dell’incontro con Andrea, suo marito). Così facendo i rapporti diventano dei viaggi, sia fisici che mentali nel caso di Giulia, che ti rilanciano verso un altrove di cui puoi diventare protagonista. Questo è il motivo che spinge Giulia a viaggiare continuamente per far rivivere il ragazzino che è in lei e che puoi ritrovare anche in te.

Come si diventa creator? Tutto é partito da una sfida: comunicare sui social senza scatenare i commenti negativi degli haters. Una sfida che la formazione in psicologia di Giulia fondava sulla sua fiducia di poter creare una community coesa. Il nucleo narrativo sono stati e sono i viaggi della coppia Andrea e Giulia, ma la narrazione è diventata un percorso identitario basato sulla loro relazione e sulla loro crescita all’interno di questa. Parlare della disabilità è sempre stato centrale, un non detto sempre presente, che l’ha portata a comunicarti che "rompere le barriere" è il fine ultimo del suo messaggio di creator.

Per numero di ore di lavoro, per quantità e qualità creativa richiesta, e per la complessità nel costruire reti e contatti, il creator è un lavoro vero e proprio. Devi imparare a essere il team di se stesso coprendo tutti i ruoli: amministrativo, legale, di marketing, creativo… è una vera e propria azienda. Giulia, unico creativo di questa, sceglie i contenuti per tipologia di piattaforma. Le sue ispirazioni provengono dagli USA e dall’Asia e il suo libro guida è stato ed é "Creare Successi”; da cui ha tratto la ricetta vincente: unire al familiare un elemento innovativo che per Giulia è l’inclusività. Sul rapporto con i brand la nostra creator crede in un rapporto a lungo termine basato sulla condivisione valoriale.

Inclusione uguale non escludere nessuno, se non lo fai, se non ci presti attenzione, escludi, non c’è verso. La verità è che le aziende hanno paura delle persone con disabilità, perché non conoscono la disabilità, e non realizzano che non è mai un problema di competenze, ma di accessibilità. Per raccontarla alle aziende Giulia fa fare delle esperienze, invitandoti a ragionare su un mondo che non conosciamo. Le persone con disabilità sono change maker in quanto portatori di una visione diversa e in questo senso una risorsa. Sii unchange maker.

Ci sono argomenti che paradossalmente ancora oggi sembrano intoccabili. Giulia non ne ha paura: il sesso e i bagni sono infatti diventati i suoi argomenti preferiti. è stato difficile eppure al tempo stesso divertente spiegare come una persona disabile sia una persona sessuale e l’ironia è stata la ricetta segreta che l’ha spinta a raccontare la sua felicità di coppia, anche sessuale, attraverso una chiave che le permette di parlare di tematiche importanti per tutti.

Provarci nella vita ha sempre un riscontro positivo, metterti in gioco ti consente di conoscerti e condividere ti aiuta a definirti; ma soprattutto studia, perché non puoi sempre delegare e perché diventare competente ti dà potere. E ricorda: la parola impossibile non esiste, visualizzala e considerala come la tua prossima sfida!