Incontra Daniele Manca e conosci il suo punto di vista.

I giornalisti fanno qualcosa di più importante della mera cronaca, formano l’opinione pubblica. Come lo fanno? Perché? E che metodo usano? sono le domande a cui Daniele risponde per te. Scopri con lui i trucchi del giornalismo e perché sia ancora utile alla comunità. Confronta il ruolo del giornalista con quello dell’influencer nell’epoca delle nuove comunità generate dal nuovo protocollo di comunicazione (internet) e di come questo cambiamento abbia spostato l’asse dei poteri. Impara come ancora oggi la differenza tra giornalismo e altre forme di informazione risieda nel Metodo Giornalistico, che scoprirai nel corso della masterclass.

Fine anni ’70, Daniele è un brillante tecnico informatico, mentre fuori esplodono gli Anni di Piombo in un'Italia rampante ma profondamente divisa. Lo scenario politico e sociale gli impone di mettersi in gioco, alla ricerca della verità oltre le parti. Avvicinarsi al giornalismo diventa una scelta obbligata. Inizia occupandosi di tutto, dal teatro alla poesia, alla cucina, sempre però scavando per trovare la verità sostanziale dei fatti. Un percorso che “approda" a un posto “da praticante” e che poi lo porta in un viaggio tra testate di ogni tipo fino al Corriere, dove inizia la scalata: redattore, caposervizio, caporedattore e finalmente Vicedirettore. Una vetta che gli ha permesso uno sguardo panoramico su tutti gli aspetti della nostra vita.

Daniele ci spiega in cosa consista e come si sviluppa il metodo giornalistico, attraverso alcuni passaggi cruciali, che sono sostanzialmente gli stessi sia per un semplice giornalista sia per un vicedirettore. Annotali tutti e impara le sottili differenze date dal ruolo.Il primo passo del metodo impone di fare una lista di priorità, scegli la corretta sequenza delle informazioni da fornire per poi tenere sempre uno sguardo largo, consapevole che non puoi leggere mai completamente la realtà ma solo parti di essa, da ricomporre attraverso il confronto e la ricerca.

I valori del giornalismo più condivisi e conosciuti, accuratezza, indipendenza, capacità di raccontare la realtà, spesso non tengono conto di quello che forse è il principio cardine di questa professione: la responsabilità. Impara da Daniele come questo valore sposti la dimensione del qui e ora, da una semplice fotografia del presente, a quella della narrazione in prospettiva, del film che racconta un contesto più ampio che prevede le ricadute sociali, economiche e politiche di una notizia. È la responsabilità che costringe il giornalista a lavorare con un metodo e mette al centro la persona che si assume il peso di esporre la realtà.

L’ecosistema informativo è oggi vastissimo (politici, aziende, cittadini…) proprio per questo distinguere la fonte diventa fondamentale. Riceviamo centinaia di notifiche, come possiamo fidarci di una fonte? Capire le sue implicazioni? Anche quando provengono da giornalisti? Daniele ti invita a scegliere e distinguere tra le fonti per salvaguardare la tua indipendenza di opinione.

Le storie hanno un enorme potere anche a livello neuronale, liberano ossitocina, l’ormone del piacere. Quindi il giornalismo efficace è anche narrazione, ma non tutte le narrazioni sono giornalismo. Impara che “una storia vera” viene spesso narrata come fiction (cinema e serie tv ispirate a vite reali), in questo caso si tratta di pura narrazione, il giornalismo invece è sempre e solo basato su metodo, valori e modo.

Oggi siamo continuamente distratti dalla ridondante offerta informativa, per questo dobbiamo imparare a guardare il mondo come dei giornalisti, dando priorità alle notizie, prestando attenzione a fonti affidabili, prendendo distanza dalla realtà che ci circonda e imparando a riconoscere un fatto sociale, come la risultante di un'opinione condivisa da un gruppo, e non una pura verità. Un fatto sociale non è la realtà, è al massimo una realtà parziale, questo assioma sta alla base delle fake news, impara con Daniele come riconoscerle.

Daniele approfondisce questo tema così importante grazie all’analisi della vicenda Cambridge Analytica e lo sfruttamento delle audience più orientabili e fragili attraverso l’uso di fake news, come strumento altamente sofisticato di propaganda (influenza su Brexit e elezioni americane del 2016). È lo stesso meccanismo dei siti acchiappa clic, che sfruttano le fake news per manipolare in un certa direzione l’opinione pubblica.

Daniele ti guida attraverso le fasi che ti portano dall’istruttoria (scegliere le informazioni, metterle in fila, verificare le fonti...) alla scrittura in senso lato (video reportage, podcast, web reportage seguono lo stesso processo), spiegandoti come si realizzano e confezionano prodotti giornalistici adatti a tutte le possibili piattaforme di distribuzione. Il modo di scrivere prodotti per ciascuna di queste piattaforme cambia ogni volta, ma non cambia il metodo, né le 5 W (le 5 domande): chi, cosa, dove, quando, perché. Ricordati di non scrivere in maniera torrenziale (tipica forma dettata dall’uso del computer), ma di iniziare sempre da una scaletta mentale basata sulle 5 domande. Impara che un giornalista oggi deve saper fare un reel su Instagram o poter ridurre un articolo ai 240 caratteri di un tweet, deve, per essere qualificato, saper vivere il suo tempo da tutti i punti di vista.

Come si raggiungono le varie audience delle diverse piattaforme? Daniele ti spiega che la chiave d’accesso è sempre il titolo, che deve racchiudere in pochissime parole il tuo messaggio. "Quando il titolo non riesce è perché il tuo messaggio non è ben delineato”, per fare questo dimentica i concetti e concentrati sui fatti. L’informazione è ciò che conta di più per chi ti “legge” e questa come tale deve risultare evidente nel titolo.

Il giornalista non è un fantasista della parola, bensì un giocatore che ha alle spalle una squadra numerosa e compatta. Impara che una redazione è formata da un pool di professionisti che concorrono tutti al risultato finale. Nel mondo anglosassone sta diventando buona pratica far firmare l’articolo a più di una persona, perché quasi mai un pezzo è frutto del lavoro individuale. Daniele ti spiega che l'armonia della squadra nasce, ancora una volta, dalla condivisione dello stesso metodo, sapendo che il prodotto finale ha bisogno di tutte le professionalità proprio perché oggi le piattaforme sono molteplici e la squadra garantisce l’efficacia comunicativa della notizia.

L’emergenza è la cartina di tornasole per l’efficacia di una squadra. Per Daniele Manca, chi gestisce l’emergenza copre uno dei ruoli chiave del giornalismo, sa comprendere l’attimo e ha uno sguardo abbastanza largo per comprendere chi nella squadra può e sa reagire in tempi utili. Questo fa del giornalismo una professione, questo distingue il post dell'utente medio dal giornalista e non è un caso che per diventare giornalisti ci vogliano due anni di praticantato e un esame di stato che provino la conoscenza di quei valori di cui Daniele ti ha parlato.

"Formare l’opinione pubblica" è, come hai imparato, uno dei cardini della professione. In quest'ottica le interviste hanno un potere particolarmente impattante perché accendono l’empatia dell’audience per la vita di un protagonista. Quando intervisti qualcuno non è più la distanza obiettiva a guidarti ma la tua umanità. Entrare in connessione per porsi come persona di fronte al racconto dell’intervistato, per mostrare il tuo reale interesse, trasforma l’utilizzo delle parole, della struttura, persino l’uso degli aggettivi, tutto deve essere al servizio di chi racconti, per renderne la complessità.

Daniele Manca, Vicedirettore del Corriere della Sera, chiude invitandoti a riflettere sul fatto che il giornalista è un professionista, che ha un metodo e la capacità di raccontare i fatti attraverso di questo, ma è soprattutto un cittadino dentro a una comunità a cui si rivolge per stimolare domande e renderla più consapevole. Una responsabilità condivisa da giornalisti e audience.